DEPRESSIONE

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COS’E’ LA DEPRESSIONE

Definita “il male del secolo”, la depressione è un disturbo del tono dell’umore.

Il tono dell’umore è una funzione psichica che adatta il nostro mondo interiore a quello esterno: l’umore è alto quando recepiamo una situazione come piacevole ed è basso quando quello che ci arriva non ci piace.

Chi soffre di depressione non attiva più questa funzione e manca di flessibilità, mostrando un umore spesso basso indipendentemente da quello che succede intorno a lui.

La depressione colpisce oltre 350 milioni di persone in tutto il mondo senza distinzione di sesso, età e stato sociale. L’OMS ha previsto che nei prossimi anni sarà la seconda causa di invalidità per malattia, dopo le patologie cardiovascolari.

INDICE LINKATO AL PARAGRAFO

Come si manifesta la depressione e come riconoscerla
Sintomi della depressione
Perché, quando e chi colpisce la depressione
Sono depresso, perché?
Depressione post parto (mamme, papà e baby blues)
Depressione senza motivo
Depressione ed età
Depressione e stagioni
Depressione o tristezza, quale differenza?
Depressione con ansia
Quando la depressione è grave?
Cura della depressione:
Farmaci
Senza farmaci (mindfulness)
Rimedi naturali
Magnesio
Animali
Depressione, cosa mangiare?
Depressione, come combatterla
Depressione, quale professionista, a chi rivolgersi?
Depressione, come uscirne?

COME SI MANIFESTA LA DEPRESSIONE E COME RICONOSCERLA

Sentirsi depresso significa indossare un paio di occhiali con lenti scure e vedere un modo grigio, privo di attrattive.

Si viene colpiti da un’angoscia persistente e si perde progressivamente interesse per le attività quotidiane, per tutto ciò che normalmente dà piacere. Non si percepisce più entusiasmo e si vive in una sorta di indifferenza per tutto ciò che ci circonda. Anche fare la spesa, incontrare un amico, alzarsi dal letto, vestirsi e lavarsi diventano azioni faticose.

Uno stato depressivo conclamato può durare molto tempo, raramente meno di due settimane, e ha conseguenze negative sulla capacità di lavorare e sui rapporti interpersonali.

SINTOMI DELLA DEPRESSIONE

Chi soffre di depressione si percepisce senza valore e inadeguato, considera il mondo esterno come ostile; il futuro appare incerto e pieno di difficoltà. Ci si sente incapaci di fronteggiare qualsiasi situazione e si ha la fortissima sensazione di essere inferiore agli altri.

I sintomi connessi alla depressione sono:

– perdita di energia;
– tristezza;
– solitudine;
– dolori fisici;
– mancanza del desiderio sessuale;
– insonnia o ipersonnia;
– variazioni nella percezione dell’appetito;
– perdita o aumento di peso;
– ansia;
– indecisione;
– irrequietezza;
– nervosismo;
– mancanza di concentrazione;
– senso di colpa;
– senso di inutilità;
– ruminazione mentale;
– autocommiserazione;
– distorsione del tempo (appare rallentato);
– disperazione;
– percezione dell’attuale stato come senza fine;
– pensieri di autolesionismo;
– desiderio di fuga, di nascondersi o di morire

Le idee di morte sono intrinseche alla depressione e possono arrivare fino alla convinzione che non ci sia altra via d’uscita dalla condizione di sofferenza: la morte ci sembra che l’unica via per alleviare la sofferenza emotiva e per non essere più un peso per gli altri.

Come per qualsiasi altra manifestazione di disagio, anche estrema, il ventaglio dei sintomi è un’indicazione di massima: non tutti si presentano e nessuno si presenta in modo uguale per tutte le persone.

PERCHE’, QUANDO E CHI COLPISCE LA DEPRESSIONE

La depressione può colpire chiunque. Alla base c’è spesso un senso di perdita.

La depressione può essere causata da un singolo evento o da una serie di eventi stressanti che hanno indotto un senso di sconforto come ad esempio:

– malattie fisiche;
– separazione coniugale, rottura di un fidanzamento o divorzio;
– difficoltà nei rapporti familiari;
– conflitti relazionali;
– cambiamenti importati di ruolo, a lavoro o a casa;
– fallimenti lavorativi, economici;
– licenziamenti;
– essere stato vittima di un reato;
– perdita di una persona cara;
problemi con la giustizia;
Insuccessi scolastici (bocciatura o difficoltà con il percorso universitario).

Non tutti i reagiamo allo stesso modo di fronte a questi eventi stressanti. Qualcuno riesce a sviluppare una forma di resilienza che gli permette di superare le difficoltà, altri subiscono maggiormente le ricadute negative e ne restano schiacciati. Non sono abilità necessariamente costanti: la depressione può colpire all’improvviso anche chi ha sempre manifestato grandi capacità di resistenza; ma anche chi ha una storia di fragilità può imparare a rinforzarsi. Tuttavia, esistono persone per le quali la depressione si manifesta periodicamente: in questo caso di parla di disturbo depressivo ciclico.

Principalmente sono due i fattori che favoriscono lo sviluppo della depressione:

Fattori biologici: ereditarietà genetica;

Fattori psicosociali: comportamenti appresi nel corso della vita.

SONO DEPRESSO, PERCHE’?

Se hai letto sopra, avrai capito che ogni singolo evento depressivo è soggettivo, risponde a chi sei, qual è la tua storia (anche genetica) e cosa ti è capitato.

Tuttavia, alcuni tipi di depressione possono rispondere a casistiche, ma ricorda sempre che identificarsi in un’etichetta racconta solo metà della storia: l’altra metà, probabilmente la più importante, è un tassello unico ed irripetibile: sei tu.

Tra le depressioni “standardizzate” possiamo ricordare quelle connesse al ciclo mestruale, che non sono vere e proprie depressioni, ma alterazioni dell’umore temporanee (vedi a seguire la differenza tra tristezza e depressione); la depressione per amore e quella per la fuoriuscita dei figli dal nido domestico possono essere invasive, soprattutto se viviamo come traumi gli eventi che ne sono all’origine. Trattandosi però di disturbi derivanti da una causa precisa e circoscritta, sebbene possano generare sofferenze grandissime, possono essere superate con un percorsi psicologici focalizzati. Anche il lavoro può essere un grande causa scatenante di depressioni, anche profonde; soprattutto la perdita del lavoro, che colpisce con forza e costringe a guardare un futuro pieno di incertezze: la grande importanza che ha questo aspetto nelle nostre vite può aizzare i sintomi più pericolosi connessi ad uno stato depressivo. E’ forse uno dei casi in cui mostrarsi più in allarme, ricorrendo rapidamente all’aiuto di un esperto.

DEPRESSIONE POST-PARTO

La depressione post-parto merita un focus perché è un disturbo che colpisce circa il 10% delle neo-mamme. Può manifestarsi fino a 12 mesi dopo il parto, anche se più frequentemente colpisce più ridosso: all’incirca tra la 3° e la 6° settimana. Nasce dalla esplosione di stimoli derivanti dalla novità: da un lato il patologico iper controllo di tutti gli aspetti della vita del neonato, che provoca uno spettacolo pirotecnico di stress; dall’altro la percezione di non essere all’altezza dell’impresa. Trovarsi dall’oggi al domani con la vita con un piccolo essere umano completamente dipendente da noi, può essere arduo. Anche in questo caso, cercare l’aiuto di un esperto può essere utile e risolutivo.

Attenzione: contrariamente a quanto si pensi, la depressione post-parto può colpire anche i papà. Naturalmente le cause sono differenti e possono riguardare, ad esempio, le preoccupazioni economiche o una sensazione di esclusione dal rapporto mamma-figlio).

La depressione post-parto è diversa dal così detto baby-blues. Si tratta di una lieve forma di tristezza o malinconia, nella grande maggioranza dei casi passeggera. E’ più frequente nelle mamme al primo figlio e si manifesta per lo più nei giorni a ridosso del parto. Qui fanno la loro parte questioni fisiologiche e ormonali (come la drastica diminuzione di estrogeni e progesterone), o anche delle possibili difficoltà nell’allattamento. La cura? Delle più vecchie del mondo: calore, affetto e rassicurazioni dalle persone che amiamo.

DEPRESSIONE SENZA MOTIVO

La depressione senza un motivo non esiste. Semmai possiamo parlare di depressione senza un motivo apparente o consapevole. Chi si sente depresso ma non sa rintracciare una causa è semplicemente perché non la vede. Le forme depressive dipendono sempre da qualcosa, sia esso nel presente o nel passato. Indagare sui motivi è il primo passo per affrontarle e superarle.

DEPRESSIONE ED ETA’

Non esiste una correlazione scientifica tra l’insorgere di episodi depressivi ed età specifiche. Tuttavia, la crescita ed il succedersi delle fasi della vita ci espongono a specifici fattori stressanti ai quali qualcuno può reagire in modo disfunzionale.

Da un punto di vista empirico, vale a dire dalla semplice analisi dell’esperienza, la definitiva uscita dall’adolescenza e l’ingresso nell’età adulta (circa 20 anni) può rappresentare uno di questi momenti critici; l’altro è collocato intorno ai 50 anni, in corrispondenza di quella che un tempo veniva definita “crisi di mezza età”. Qui a complicare la percezione del mondo e di noi stessi sono i bilanci di vita che, talvolta, siamo portati a fare quando ci sembra di avere più tempo alle spalle di quello a disposizione davanti. L’emergere di questa consapevolezza, magari unito alla convinzione di non aver fatto abbastanza, con l’affacciarsi di un senso di fallimento, potrebbero aprire la via ad una fase depressiva.

DEPRESSIONE E STAGIONI

Chi sono variazioni del tono dell’umore che appaiono disgiunte dagli eventi della vita e che manifestano una correlazione con il ciclo delle stagioni.

In questo caso, l’individuo reagisce ai cambi di luce e alle variazioni della lunghezza delle giornate. Due sono i momenti critici dell’anno: l’autunno e la primavera. Il primo infastidisce con la maggiore durata del buio, la seconda con stimoli che possono sollecitare un senso di inadeguatezza: la bella stagione, infatti, ci richiama alla vita, alle giornate piene di attività e non tutti, e non sempre, ci sentiamo all’altezza.

Un tono dell’umore basso a causa di questi fattori non necessariamente si trasforma in depressione, ovvero non è detto che sfoci in un disturbo patologico; nella maggior parte dei casi, si manifesta come tristezza, anche se può trattarsi di una tristezza molto profonda. Ma qual è, allora, la differenza tra la tristezza e la depressione?

DEPRESSIONE O TRISTEZZA, QUALE DIFFERENZA?

La parola depressione è entrata da tempo nel linguaggio comune, tuttavia spesso in modo improprio perché la si usa anche per indicare la tristezza.
Quante volte ti è capitato di sentir dire che siamo tutti depressi?

E’ una questione di sottolinea psicologia: la parola “depressione” risuona come tecnica, scientifica, quasi epica; la parola “tristezza” evoca la fragilità e nessuno ha voglia di mostrarsi fragile.

Tuttavia, la differenza tra la depressione e la tristezza non è solo semantica: tra i due concetti c’è di mezzo un mare.

1) La tristezza è un’emozione, la depressione è un disturbo dell’umore.

Tutte le emozioni hanno una durata breve. Quindi, la tristezza è passeggere, mentre la depressione che è più durevole nel tempo e può, addirittura, diventare cronica in assenza di un intervento adeguato.

2) La tristezza provoca apatia, la depressione provoca abulia.

La difficoltà a reagire si manifesta con intensità molto diverse tra la depressione e la tristezza. Quando una persona è triste si sente meno motivata, non ha molta voglia né di agire, né di interagire. Dedica meno tempo al lavoro o ad alcune attività, tuttavia resta una persona attiva.

Chi soffre di depressione viene sopraffatto dallo sconforto, trascura impegni e doveri ed è incapace di guardarsi intorno e trarne beneficio da ciò che è a portata di mano (il sole per una passeggiata; un amico per un pasto in compagnia). Parla spesso della propria stanchezza, del proprio affaticamento e riduce le attività al minimo per un lungo periodo di tempo, fino ad annullarle del tutto nei casi più gravi.

3) La tristezza si comunica, la depressione causa isolamento.

Una persona triste può essere propensa a ricercare la vicinanza delle persone che ama, per condividere il proprio stato d’animo e ricevere una qualche forma di consolazione e conforto.

Nella depressione compare un rifiuto costante del contatto con gli altri: chi ne soffre si chiude, tiene per sé sentimenti e pensieri e, anche se può sentire il desiderio di condivisione, preferisce l’isolamento che, progressivamente, si estende anche alla famiglia.

4) La tristezza frena, la depressione blocca.

Chi si sente particolarmente triste può modificare alcuni della propria vita, ridimensionando le proprie abitudini in attesa di sentirsi nuovamente energico; una persona che soffre di depressione può andare incontro ad una vera e propria alterazione della routine, che già comprendere le più piccole situazioni del quotidiano.

5) La tristezza ammette sorrisi, la depressione getta nella disperazione.

Anche provando un dolore molto grande, persino nelle tristezze più profonde si ha la capacita di ridere e di fare progetti per il futuro. Nel caso della depressione, non manca solo la capacità di progettare, ma è assente anche l’interesse a farlo: il futuro sembra non esistere se non sotto forma di un immensa nube nera.

DEPRESSIONE CON ANSIA

Talvolta ansia e depressione coesistono con modalità e decorsi differenti. Può succedere che si soffra inizialmente d’ansia e poi che sopraggiunga la depressione, oppure viceversa. Non sono necessariamente correlate, nel senso che una non implica l’altra, ma se presenti entrambe contribuiscono ad acutizzare i singoli disturbi.

QUANDO LA DEPRESSIONE E’ GRAVE?

A determinare la gravità di una depressione è l’intensità dei sintomi.

Forme gravi di depressione sono caratterizzate da un numero più elevato di sintomi che si presentano con maggiore intensità e durano più a lungo nel tempo. In questi casi, la depressione si insinua in maniera profonda nella vita di tutti i giorni e arriva a compromettere la maggior parte delle attività quotidiane.

Chi è colpito da forme depressive gravi può rinunciare ad alzarsi dal letto o mostrare una totale assenza di energie che gli impedisce anche solo di prendersi cura di sé e della casa. Raramente, con una profonda crisi depressiva, si riesce ad uscire di casa.

CURA DELLA DEPRESSIONE

FARMACI CONTRO LA DEPRESSIONE

Un corretto uso dei farmaci abbinato a un sostegno psicologico aiutano a uscire dalla depressione. Prima di qualsiasi cura farmacologica è compito del professionista fare un’attenta analisi del paziente in modo da comporre la giusta terapia. Spesso questo lavoro si fa a più mani, chiedendo l’intervento di un medico per la parte farmacologica che farà da supporto per il percorso psicologico necessario per risolvere il problema. È come se il farmaco aiutasse a far diradare la nebbia e insieme allo psicologo si possano vedere le luci e le ombre prima confuse in un’orrenda nube nera.

CURA DELLA DEPRESSIONE SENZA FARMACI

Moltissime ricerche hanno evidenziato come, in fase depressiva, si possa trarre un grande beneficio dalla mindfulness. 

La mindfulness è una tecnica meditativa che aiuta a consapevolizzare il “qui ed ora”, facilitando la concentrazione sul presente. Si impara a governare la mente trattenendola sul presente, evitando che i pensieri vaghino altrove. La libertà del pensiero in fase depressiva, infatti, si configura come rimuginio: una girandola di riflessioni senza soluzione di continuità, per lo più dall’aspetto negativo.

Con questa tecnica si impara a riconoscere i pensieri invasivi, a dare loro ascolto, accettarli ed infine lasciarli andare.

L’obiettivo della tecnica è sintetizzato nell’etimologia della parola: dalla ‘mind full’ (mente piena) si passa alla ‘mind fulness’ (mente consapevole): non c’è negazione del pensiero, ma consapevolezza.

RIMEDI NATURALI CONTRO LA DEPRESSIONE

L’insorgere della depressione dipende anche dall’azione inibita di un numero molto ampio di neuro-trasmettitori, che generalmente vengono rilasciati dal nostro cervello e svolgono diversi tipi di funzioni.

Ecco i principali:

Serotonina: influisce sulla forza di volontà, la motivazione e l’umore;
Noradrenalina: aumenta la concentrazione e la capacità di far fronte agli stress;
Dopamina: incrementa il piacere ed è necessario per il cambiamento di cattive abitudini;
Ossitocina: promuove i sentimenti di fiducia, amore e connessione, e riduce l’ansia;
GABA: innalza il livello di rilassamento e riduce l’ansia;
Melatonina: migliora la qualità del sonno;
Endorfine: favoriscono il sollievo dal dolore e l’insorgere di sentimenti di gioia;
Endocannabinoidi: migliorano l’appetito e incrementano sentimenti di serenità e benessere.

Tutti questi neuro-trasmettitori sono necessari per il buon funzionamento di decine di circuiti all’interno del nostro cervello e, come se non bastasse, essi interagiscono anche tra loro.

Sfortunatamente, la depressione non è solo dovuta a bassi livelli di noradrenalina, serotonina o dopamina, e quindi il problema non si risolve solamente aumentando il livello di tali neuro-trasmettitori. Tuttavia, agire in questa direzione può far parte della soluzione.

Esistono rimedi naturali che innescano circuiti virtuosi, come ad esempio il sole per la dopamina, il movimento fisico per le endorfine, gli abbracci per l’ossitocina. Ma se la depressione è invadente, non riusciremmo a godere di nessuna di queste risorse. Potremmo allora ricorrere alle soluzioni sintetizzate: normali pastiglie che si trovano in farmacia o in erboristeria. Anche i Fiori di Bach, nel campo dell’omeopatia, possono rappresentare un aiuto, ma sempre se combinato ad un percorso psicologico che, in fin dei conti, è anche esso naturale!

IL RUOLO DEL MAGNESIO

Capitolo a parte per questo minerale dalle potenti doti anti-stress.

Il magnesio svolge un importante ruolo fisiologico per l’organismo umano perché interviene come attivatore di circa 300 enzimi che regolano fondamentali processi metabolici.

Entra a pieno titolo nell’argomento depressione perché è all’origine di azioni:
antidepressive e calmanti sul sistema nervoso;
antispasmodiche e rilassanti sulla muscolatura;
remineralizzanti.

GLI ANIMALI COME AIUTO

Non è una boutade. La depressione è un disturbo complesso che può essere affrontato da molti punti di vista, partendo da quelli essenziali che sono lo psicologico e, talvolta, quello medico, fino a decine di altri di cui abbiamo già parlato.

Molte persone che hanno superato una fase depressiva, anche importante, hanno raccontato come il proprio cane abbia avuto un ruolo fondamentale. Non esistono motivi per dubitarne: è ormai noto il valore di un animale, sopratutto se si tratta di un cane (ma anche alcuni gatti svolgono egregiamente questo mestiere). Siamo nell’ambito del così detto amore incondizionato e riceverlo è estremamente importante. Un cane che rimane sempre al fianco del proprio padrone stimolandolo alla cura e alla compagnia, o un gatto capace di vicinanza e affetto, sono preziosi alleati: ci fanno sentire amati e ci obbligano a fuoriuscire dal guscio del disinteresse perché dipendono totalmente da noi.

DEPRESSIONE, COSA MANGIARE?

Non ci sono evidenze scientifiche per le quali il cibo possa svolgere una funzione preventiva o terapeuta per la depressione. Certo è che il nostro corpo necessita del nutrimento come una macchina necessita di energie per potersi muovere.

Una buona strategia è scegliere alimenti sani (per il nutrimento del corpo) e aggiungere qualche golosità che coccoli una mente in sofferenza.

Ricorda che gli alimenti hanno connessioni diretti con alcune funzioni cerebrali: una buona scelta è quella di apportare nutrimenti che stabilizzino il livello di zucchero nel sangue (ad esempio quelli che si trovano in spinaci, cavolo nero, fagioli, pomodori, broccoli etc.) e alimenti che stimolino i neuro-trasmettitori come la serotonina (ad esempio cioccolato, noci, kiwi, ananas etc.), oltre ad aggiungere sali minerali e vitamine.

DEPRESSIONE, COME COMBATTERLA

La prima cosa da fare quando pensi di soffrire di depressione è consapevolizzare che non sei solo. Non è semplice: quando stiamo profondamente male può essere difficile scacciare l’idea che non ci sia nulla da fare, che nessuno possa fare nulla, che nessuno possa capirti.

Devi fare uno sforzo.

Non isolarti. Individua delle persone a te care, aggrappati e tieni aperto il canale di comunicazione con loro.

Non colpevolizzarti. Intanto, la depressione non ti definisce: non sei fragile, non sei da buttare via, non sei una brutta persona. Inoltre, qualsiasi cosa tu stia mancando di fare perché senti che ti mancano le forse o la voglia, sappi che non sei propriamente te quello che sta andando in scena, ma una versione di te sofferente che va trattata con rispetto e indulgenza.

Non prendere decisioni. Le questioni importanti della vita vanno rimandate a quando potrai contare su te stesso, su una mente lucida e una piena capacità di giudizio.

Muoviti. Se anche poco e per poco, cerca di fare attività fisica; non devi correre una maratona, né rispettare i tuoi ritmi di allenamento, ma puoi fare una passeggiata: so che pensi che sia impossibile, ti assicuro che non lo è.

Mindfulness. Prova questa tecnica di cui abbiamo parlato sopra. Non ti costringe ad uscire, non è faticosa e ti darà piccoli benefici immediati.

Contatta un professionista. Affrontare una depressione da soli è molto complicato e, in qualche caso, anche pericoloso. Hai bisogno di un aiuto e se non riesci a reperirlo da solo, chiedi a chi ti è vicino di darti una mano.

DEPRESSIONE, QUALE PROFESSIONISTA, A CHI RIVOLGERSI?

La figura dello psicologo è fondamentale perché tu possa avere supporto per affrontare e uscire da questa condizione di sofferenza.

Nello studio dello psicologo non ci sono pregiudizi, ma solo accettazione. Si parla proprio di alleanza terapeutica che indica la fiducia che si instaura tra queste due persone: lo psicologo e il paziente.

Non esiste uno psicologo o uno psicoterapeuta particolarmente adatto per trattare la depressione, esiste però sicuramente il professionista giusto per te, ovvero la persona con cui ‘a pelle’ ti senti a tuo agio e con la quale percepisci di poter costruire questa alleanza finalizzata al tuo benessere.

Puoi trovare questo specialista al primo colpo o doverne incontrare diversi prima si sentir scattare quel feeling che ti aprirà le porte di un percorso che sia veramente efficace e gratificante.

DEPRESSIONE, COME USCIRNE?

Cominciamo dal chiarire un punto fondamentale: dalla depressione si può uscire.

Può essere un percorso faticoso perché si parte da una situazione complessa: sei al centro di una spirale e una forza ti tira verso il basso: bisogna trovare il modo di invertire il movimento e, pian piano, risalire.

Nel cuore della depressione, la testa è in balia della sofferenza. Sembra vivere di vita propria: pensieri incontrollabili, funesti, ossessivi, improvvisi. Il più comune di tutti stabilisce la convinzione che sei solo e che niente può farti stare meglio. Devi opporti, cercando con tutte le forze di non isolarti e rimanendo il più attivo possibile.

Ma se tutto sembra implodere, se il senso di oppressione è troppo potente, fatti aiutare: dalle persone più vicine e da uno specialista.

È il momento più buio della tua vita e non vedi la fine, ma ci sarà, ne verrai fuori. Se vuoi, possiamo farlo insieme.

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