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COS’E’ L’ANSIA E CHI COLPISCE

Ti è mai capitato di sentirti agitato, con il fiato corto, magari con la frenesia di muoverti o, al contrario, senza forze per farlo; confuso, quasi annebbiato, con un senso di oppressione come se un macigno ti fosse atterrato sul petto?

Ecco, probabilmente sei stato vittima di un attacco d’ansia, che può perdurare e talvolta ripresentarsi periodicamente.

INDICE LINKATO AL PARAGRAFO

Cos’è l’ansia;

Come si manifesta l’ansia;

Come si riconosce l’ansia (sintomi);

Dove nasce l’ansia;

Perché insorge l’ansia;

Tipi di ansia:

    • Ansia sociale;
    • Ansia a lavoro;
    • Ansia a scuola;
    • Ansia da prestazione;
    • Ansia per tutto (ansia generalizzata);
    • Ansia per il futuro.

– I ‘tempi’ dell’Ansia

      • Ansia di sera;
      • Ansia al mattino;
      • Ansia quando si mangia

– Ansia, cosa fare?

 

Ma cos’è L’ansia

Ma che cos’è l’ansia?

L’ansia è un’emozione ed è caratterizzata da forme di tensione, più o meno forti, che scaturiscono da uno stato di profonda preoccupazione. E’ un meccanismo di allarme che si innesca per segnalarci la presenza di un pericolo che, direttamente o indirettamente, ci sta minacciando. 

La parola deriva dal latino ‘anxia’, che a sua volta nasce dal verbo ‘ango’: significa stringere.

Chi soffre d’ansia si sente proprio così: stretto, sempre più stretto, come se stesse soffocando. E il corpo risponde con un respiro affannato e l’aumento della pressione sanguigna. 

L’ansia è un’emozione diversa dalla paura: la paura risponde in modo immediato ad uno stimolo con la reazione “attacco/fuga”, mentre la caratteristica dell’ansia è la previsione: il tuo cervello ti sta avvertendo, ti sta dicendo che esiste uno scenario ipotetico in cui potresti trovarti in pericolo. Fiuta, per intenderci, minacce future che dovresti temere.

Per questo, l’ansia di per sé non è un’emozione cattiva: ci desta e ci permette di essere reattivi; quando siamo tranquilli, generalmente, siamo più vulnerabili. Trattandosi di un meccanismo fisiologico, tutti sperimentiamo l’ansia nel corso della nostra vita, ma non tutti allo stesso modo. 

In alcuni casi, l’ansia perde il suo valore di adattamento e smette di essere funzionale: succede quando va oltre la specifica situazione e diventa ansia generalizzata, anche se da quella specifica situazione è nata, che la si conosca o meno. In questo caso, l’ansia si fa viva in modo pervasivo e immobilizzante, toglie lucidità e getta in un malessere psico-fisico molto destabilizzate.

Succede anche a te? Allora continua a leggere con serenità: l’ansia generalizzata è sempre più diffusa, colpisce molte persone e può essere superata. 

A breve ti dirò come. 

 

COME SI MANIFESTA

COME SI MANIFESTA L’ANSIA E COME SI RICONOSCE

I sintomi dell’ansia sono sopratutto fisici e in parte psicologici di tipo cognitivo-comportamentale.

Al livello corporeo l’ansia la si riconosce da: 

  • sudorazione;
  • tremolio; 
  • tachicardia; 
  • vertigini; 
  • giramenti di testa; 
  • emicrania; 
  • perdita di equilibrio;
  • mancata coordinazione motoria; 
  • tensioni muscolari; 
  • nodo in gola; 
  • bocca asciutta; 
  • nausea; 
  • diarrea; 
  • stipsi; 
  • tosse; 
  • dispnea; 
  • macchie cutanee; 
  • prurito; 
  • affaticamento;
  • Gonfiore addominale.

Dal punto di vista psicologico cognitivo-comportamentale, i sintomi dell’ansia sono:

  • perdita del desiderio sessuale;
  • assenza di appetito;
  • pensieri ricorrenti e ossessivi;
  • disturbi del sonno;
  • insonnia; 
  • irritabilità; 
  • difficoltà di concentrazione; 
  • paura di non farcela; 
  • paura di morire; 
  • paura di perdere il controllo; 
  • incapacità di rilassarsi. 

Se una forma d’ansia perdura nel tempo, si parla di disturbo d’ansia che, esplodendo, può provocare i così detti ‘attacchi di panico’. Se vuoi saperne di più leggi l’articolo dedicato (link -Un aiuto veloce-individuo-attacchi di panico)

Tieni presente che questa è una lista indicativa, come fosse un foglietto illustrativo di un farmaco. Non devi per forza manifestare tutti i sintomi per concludere che quella che provi è proprio ansia: prendi questo elenco come una bussola, ricordandoti che l’ago sei tu.

DOVE NASCE L’ANSIA E PERCHE’ INSORGE

Sono 3 i fattori di base che possono favorire l’insorgere dell’ansia.

1) GENETICA E TEMPERAMENTO

Può esistere una predisposizione per la quale un individuo tende a reagire con intensa emotività di fronte a eventi o stimoli ambientali. Questa predisposizione non va affatto vissuta come una condanna: non è una condizione definitiva di fronte alla quale sentirsi impotenti. Un percorso con uno psicologo può invetrire le carte del destino.

2) FAMIGLIA E AMBIENTE

Il modo in cui sei cresciuto, le influenze parentali e le paure con cui hai convissuto hanno influenzato le tue capacità di gestione delle emozioni e degli imprevisti. Ciascuno di noi è figlio della propria storia e quella storia non è veramente mai soltanto nel passato.

3) EVENTI E TRAUMI

Se hai vissuto situazioni di reale minaccia, anche indirettamente, potresti subirne il riverbero. Indagando, è sempre possibile individuare un determinato episodio che sembra all’origine dello scatenarsi di un disturbo d’ansia. Fai attenzione a non generalizzare: uno stesso evento risuona in modo molto diverso in ciascuno di noi, quindi non cercare specchi. E’ possibile che tu stia soffrendo d’ansia e un tuo amico con esperienze simili o uguali, no. Questo non ti rende inferiore, ti rende te stesso. Un trauma non è tale per tutti, ciascuno di noi deve fare i conti con i propri.

L’ansia può insorgere per ciascuno dei 3 insiemi di fattori elencati, ma anche per una sommatoria di essi: l’essere umano è un meccanismo molto complesso, tanto a livello fisico, quanto a livello cognitivo e mentale. Per questo, sebbene l’ansia abbia elementi in comune tra tutti coloro che ne soffrono, devi considerare la tua come una forma unica perché nasce e risponde da stimoli che fanno parte della tua propria vita e ai quali reagisce il tuo proprio essere.

TIPI DI ANSIA

E’ corretto parlare scientificamente di ‘tipi di ansia’, ma per comprendere questa emozione nell’esperienza quotidiana siamo abituati a classificarla a partire dalle situazioni quotidiane dove questa si manifesta più frequentemente. 

Ansia sociale

Se provi disagio quando sei in mezzo alle persone, in contesti collettivi, a contatto con altri, allora stai probabilmente sperimentando l’ansia sociale.

Generalmente nasce dal timore di essere giudicati, di essere inadeguato.  Quasi certamente hai paura di renderti in qualche modo ridicolo. 

Quando si presenta estremizzata, l’ansia sociale ci chiude in casa proprio perché si accanisce nel momento in cui usciamo. Se non è così paralizzante, se ti permette di uscire di casa, ti costringe poi in disparte, in un ruolo di marginalità nella maggior parte delle situazioni sociali. 

Alcune persone affette da ansia sociale organizzano la propria vita in funzione di questo disagio: scelgono un lavoro che permetta di isolarsi, di stare lontano dagli altri (che siano clienti o partner); limitano le uscite e le occasioni sociali, o si “aiutano” nel caso debbano sostenerle per forza, spesso ricorrendo all’alcol.

L’ansia sociale non va confusa con la timidezza che spesso si manifesta con l’imbarazzo, ma mai con la paura degli altri. 

Correlato all’ansia sociale esiste nel mondo un fenomeno molto particolare chiamato “Hikikomori”. E’ un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte” e che racconta un disagio sociale che colpisce soprattutto i giovani, a partire dai 14 anni. Gli Hikikomori rinunciano totalmente alla vita sociale rinchiudendosi nella propria casa e, a volte, nella sola propria stanza perché il rifiuto dell’altro comprende anche la famiglia. 

Ansia a lavoro

Le cause più frequenti dell’insorgere dell’ansia a lavoro sono i cambiamenti. 

Un nuovo ruolo nella stessa azienda, un nuovo team (magari un nuovo capo), o un cambio totale di lavoro sono avvenimenti che scombussolano gli equilibri e ci tirano via dalla nostra zona di comfort. Dobbiamo prendere le misure con la novità e adeguarci a nuove aspettative. Il timore di non farcela, di non essere all’altezza è dietro l’angolo e il cervello avverte la minaccia: ecco l’ansia. Cominci a percepire una tensione continua, ti senti sotto pressione e i sintomi fisici dell’ansia non tardano ad arrivare: mancanza d’aria, tachicardia, sudorazione, difficoltà a mantenere la concentrazione. Probabilmente conti i giorni che mancano al weekend perché lo percepisci come una liberazione; alla domenica pomeriggio, però, l’ansia torna a farsi sentire. 

Si tratta di una forma d’ansia molto ben contestualizzata che potrebbe nella maggior parte dei casi essere passeggera, ma è anche possibile che perduri nel tempo. Se però è una routine, una cosa che ti succede sempre ogni volta che si versifica un cambiamento a lavoro, allora potrebbe trattarsi di qualcosa di più profondo e radicato, come l’ansia da prestazione. Ne parleremo tra poco. Infine, dietro ad attacchi d’ansia molto violenti potrebbero esserci cause altrettanto importanti, come il mobbing. Se pensi di esserne vittima, leggi l’articolo dedicato al mobbing che puoi trovare qui* (link ad articolo: Un aiuto veloce-Aziende-mobbing. 

Di fronte al perdurare di un’ansia contestualizzata, di fronte a un’ansia da lavoro cronica e di fronte a un eventuale caso di mobbing, il consiglio è quello di ricorrere allo psicologo che ti potrà supportare nel comprendere il tuo disagio e aiutare a superarlo.

Ansia a scuola

 

La scuola è ‘l’ambiente di lavoro’ di chi studia: ne riflette le dinamiche, con l’aggiunta di complicazioni date dalle caratteristiche delle singole età evolutive. Da bambini, adolescenti e ragazzi, infatti, siamo più vulnerabili di fronte alle emozioni: le difese non sono pronte e le capacità di gestirle appena abbozzate.

Un’ansia da prestazione sui banchi di scuola può essere molto più violenta della stessa forma provata da un adulto in azienda perché l’autostima nei giovani è in fase di costruzione. 

Andare in ansia per un’interrogazione è piuttosto diffuso e si manifesta con sintomi comuni, come mal di pancia e giramenti di testa, quindi non dobbiamo sempre preoccuparci: imparare a gestire questi momenti fa parte della crescita. 

Se però questa forma d’ansia diventa paralizzante, al punto da compromettere il rendimento scolastico o la frequenza della scuola, allora è bene rivolgersi ad uno psicologo per evitare che quest’ansia da prestazione si radichi e resti un problema nella vita dell’adulto che verrà.

AVVERTENZA PER I GENITORI: l’ansia a scuola, manifestata come blanda paura di un compito o di un’interrogazione, può nascondere altre causa alle quali occorre fare molta attenzione, verificando che il proprio figlio non soffra più specificatamente di ansia sociale (ne abbiamo parlato poco sopra), di disturbi dell’apprendimento o non sia vittima di fenomeni di bullismo. Puoi approfondire entrambi gli argomenti cliccando su quello che ti interessa e leggendo gli articoli nella sezione ‘Genitori&Figli’.

Ansia da prestazione

Parlando dell’ansia a lavoro e dell’ansia a scuola abbiamo già avuto modo di incontrare questa subdola forma chiamata ‘Ansia da prestazione’. E’ un tipo di ansia trasversale, nel senso che può coglierci in qualsiasi contesto nel momento in cui siamo in attività e dobbiamo misurarci con delle aspettative, nostre o altrui. L’ansia da prestazione si può presentare a scuola (interrogazioni, compiti, ma anche nell’ora di educazione motoria); a lavoro (nuovo ruolo, nuove mansioni, grandi progetti, nuovo capo); in campo, in qualsiasi disciplina sportiva; nelle relazioni, in famiglia, con il partner o con gli amici.

Il leitmotiv in comune è: “non ce la faccio”, “non sono capace”. L’ansia da prestazione ci colpisce nella nostra capacità di raggiungere un obiettivo e riduce le chances di andare a segno. Se si fa insistente, parliamone: è estremamente importante non farsi bloccare. 

In alcuni ambiti specifici, l’ansia da prestazione può essere superata con percorsi ad hoc: è il caso del coaching e della preparazione mentale nello sport. Puoi saperne di più nelle sezioni del sito dedicate (link1-Benessere psicologico-coaching);(link2-Sport-Mental Trainig).

Ansia per tutto

La così detta ‘ansia per tutto’ è una forma complessa che si chiama più correttamente Ansia generalizzata. Si soffre per qualsiasi cosa si faccia o non si faccia, con la sensazione che sarà comunque tutto sbagliato, che andrà tutto male.

Si può incappare nell’ansia generalizzata anche per cause esterne, come è successo ad esempio nel caso del Covid-19. La pandemia ha generato una sua propria forma d’ansia già dalla prima ondata (c.d. ansia da Covid), ma ha poi diffuso un’ansia generalizzata che ha riguardato: il timore di ammalarsi, o che un proprio caro si ammalasse; la paura di perdere il lavoro; i presagi negativi sull’andamento dell’economia; il senso di soffocamento per l’impossibilità di uscire di casa, di programmare il proprio tempo; la caduta dei punti di riferimento. Tutto questo si è tramutato anche in ansia per il futuro.

Riuscire a non rimanere intrappolati in queste forte di ansia complesse è davvero difficile: in questo caso il lavoro con lo psicologo è necessario per sciogliere la matassa e affrontare i nodi uno alla volta, con calma e consapevolezza.

I “TEMPI DELL’ANSIA”

L’ansia, quando arriva, arriva. 

Spesso ci sorprende e, se arriva a generare anche attacchi di panico, talvolta è del tutto de-contestualizzata dalle cause che l’hanno generata. Tuttavia, esistono tre momenti della giornata in cui fisiologicamente l’ansia si acuisce, che possono essere la sera o il mattino, ma anche all’ora del pasto togliendoci l’appetito.

Ansia di sera, perché?

La fine della giornata è un momento molto critico perché chi sta vivendo un periodo difficile. Alla sera, lo stress raggiunge livelli molto elevati dati dall’accumulo nelle ore precedenti. Tutte le tensioni vissute a lavoro, in famiglia, o generate da conflitti o problemi specifici ci cadono addosso come una cascata nel momento in cui ci fermiamo. 

Più in generale, il ritmo timico degli essere umani, ovvero la ciclicità fisiologica dei nostri stati d’animo, è collegato alle diverse fasi del giorno, mattino, pomeriggio, sera, notte, che tradizionalmente vengono associate alle quattro stagioni, primavera, estate, autunno, inverno. 

Se senti sopraggiungere l’ansia alla sera è perché durante il giorno si è nascosta, è rimasta latente mentre ti davi da fare: gli impegni la tengono a bada. L’imbrunire, la progressiva assenza di luce, soprattutto in inverno, e la fine delle attività del giorno, ci rendono più vulnerabili.  I pensieri si fanno più pesanti e arrivano anche a tormentarci.

Inquietudine all’imbrunire, pensieri pessimistici, preoccupazioni eccessive, malinconia struggente e senso di oppressione al torace sono i sintomi dell’insorgere dell’ansia. Puoi contrastarli modificando il tuo ritmo di vita, aumentando l’attività fisica o scegliendo attività serali che concilino il sonno. Uno psicologo può trasmetterti, invece, una serie di strumenti e tecniche per la gestione dello stress.

Ansia al mattino, perché?

L’ansia mattutina è spesso di tipo occasionale: è probabile che quel giorno ti aspetti una prova che ti spaventa o un appuntamento che vorresti evitare. Sarà dunque passeggera, anche se dovresti non ignorarla come campanello d’allarme di una più ampia ansia da prestazione.

Se invece è cronica, se sempre più spesso ti svegli con l’ansia, è probabile che questa sia una forma d’ansia generalizzata perché rileva che hai ceduto il passo al pessimismo: “tutto sta andando male, non potrà essere una buona giornata”. E’ importante farsi aiutare per non restare intrappolati in un circolo vizioso che ti toglierà sempre di più il respiro.

Ansia quando si mangia, perché?

Avvertire l’ansia a tavola è il sintomo dello stress e del nervosismo. Tormentato da emozioni molto forti, il nostro corpo non è predisposto ad accogliere il cibo perché è oppresso quella fastidiosa sensazione di peso sullo stomaco: lo stomaco è chiuso. Spesso, quindi, ci si ritrova a digiuno proprio perché si viene mangiati da dentro, dalla propria ansia. 

Esiste anche una sintomatologia contraria, ovvero il ricorso al cibo come tentativo disperato di calmarsi, di avere una gratificazione immediata per dare sollievo ad uno stato d’ansia. Qui comanda il bisogno inconsapevole di serotonina, che il nostro cervello ci invia con impulsi che ci portano dritti al frigorifero.

Le due modalità di interazione tra ansia e cibo possono avvicendarsi: non è raro, infatti, che a periodi di digiuno si alternino sporadiche abbuffate delle quali il cioccolato, alimento ricco di serotonina, è un grande protagonista.

Trattandosi di sintomi devono essere guardati come segnali d’allarme: a monte c’è l’ansia. Capire perché la stai vivendo e agire sulle cause ti permetterà di fermare le conseguenze. 

ANSIA, COSA FARE? COME COMBATTERLA, GESTIRLA, SUPERARLA

Finché non cambi qualcosa, l’ansia non passerà. Qualsiasi sia il motivo che l’ha generata, rimanere fermi, lasciare tutto com’è, non farà che radicarla. 

Le soluzioni più semplici stanno nel dare una rinfrescata alle giornate e alle abitudini: uno stile di vita sano, caratterizzato dalla regolarità, aiuta a fare ordine e tranquillizza. Dedicarsi periodicamente all’attività fisica e ad una vita sociale di qualità avranno lo scopo di rifornirti di serotonina, di nutrirti lo spirito e di distrarti dai pensieri opprimenti.

Esistono poi tecniche specifiche per gestire lo stress che puoi imparare, come la respirazione consapevole e la mindfulness. 

Attenzione però: se stai giocando a scacchi con l’ansia, se la partita dura da tanto e se fiuti lo scacco, non permettere che ti metta nella posizione di perdere.

Quando siamo davanti all’impossibilità di farcela da soli, è bene rivolgersi a un professionista. Contattare uno psicologo e prendere appuntamento è il primo passo per preparare una svolta.

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