Omosessualità egodistonica, cos'è e cosa fare?

Omosessualità egodistonica, cos’è e cosa fare?

Si parla di omosessualità egodistonica quando non si è in sintonia con il proprio orientamento nel momento in cui è diverso da quello eterosessuale. In realtà, l'egodistonia definisce qualsiasi eventualità in cui non ci si senta in sintonia con l'io e, quindi, qualunque tipo di conflitto interno derivante dal non riuscire ad accettare parti di sé.

Quando questa riguarda l'orientamento sessuale può manifestarsi con una reazione di rifiuto per i propri impulsi erotici. Le conseguenze possono essere molteplici e includono anche il rifiutato concreto. In questo caso ci si costringe a vivere un'identità che non ci appartiene pur di corrispondere aspettative che abbiamo interiorizzato.

 

Omosessualità egodistonica, quali cause?

 

Alla base del fenomeno ci cono convinzioni di ordine sociale e culturale. Quando non ci piace quello che vediamo allo specchio stiamo osservando con un filtro condizionato dall'ambiente. Tutti noi abbiamo assorbito un'educazione fatta di valori e principi che hanno plasmato la nostra sovrastruttura di opinione. Si tratta di uno schema in cui si incasella il pensiero tutte le volte che misuriamo ciò che accade, dentro e fuori di noi.

In particolare, i concetti di bene e male, giusto e sbagliato sono riferimenti morali che apprendiamo sin da piccoli, in famiglia o nei contesti educativi. Impariamo ciò che la società ci insegna e ci definiamo conformandoci alla coscienza collettiva, o rifiutandola.

Se, quindi, sei cresciuto in ambienti contrari all'omosessualità, o addirittura omofobi, è molto più probabile che tu possa sviluppare un sentimento di avversione all'idea di essere gay. Per questa ragione, l’omosessualità egodistonica era un fenomeno particolarmente presente fino agli ’90 perché l’estrazione culturale delle società risultava particolarmente maldisposto nei confronti delle persone LGBT+. Questo conflitto con la cultura dominante veniva interiorizzato e diventava dell’individuo.

Oggi il contesto di riferimento è molto diverso perché l'opinione pubblica è sempre più permeata da tolleranza e anche da una difesa attività della dignità e dei diritti di auto determinazione. Tuttavia, continua a pesare la posizione della famiglia di origine o una sorta di controllo sociale in alcune zone d’Italia.

Si può arrivare al rifiuto della propria omosessualità anche per le pressioni che arrivano sotto forma di aspettative in termini di creazione di nuclei familiari  tradizionali. I genitori, i parenti e i conoscenti sono sentinelle sulle nostre vite. In molti casi non apprezzano 'deviazioni' da quello che immaginano debba essere il normale susseguirsi delle stagioni della vita.

 

Come riconoscere l'omosessualità egodistonica

 

Il non accettarsi, o rifiutarsi, non è propriamente esplicitato. Può mancare del tutto un momento di verbalizzazione e la consapevolezza può essere più o meno velata. Nella maggior parte dei casi, infatti, viene espresso attraverso una serie di comportamenti, pensieri e vissuti. Eccone qualcuno:

➖ vergogna;

➖ persistente stress; 

➖ disagio per l’attrazione verso una persona del proprio sesso;

➖ disagio con se stesso;

➖ pressione culturale, sociale o familiare e desiderio di conformarsi (o di appartenere alla maggioranza);

➖ ansia e desiderio che l’orientamento sessuale possa cambiare.

 

Cosa fare in caso di omosessualità egodistonica

 

Ci sono circostanze in cui i suggerimenti non hanno ragione di esistere. Questa è una di quelle. Proprio in ragione del fatto che il fenomeno ha cause profonde, radicate nella crescita e, probabilmente, molto interiorizzate è difficile poter affrontare il problema da soli.

Se pensi di non sentirti bene con te stesso, soltanto uno psicologo può aiutarti a risolvere il conflitto interno. E mai come in questo caso mi sento di dirti che ne vale davvero la pena. 

 

 

Michelle Castenetto
michelle.castenetto@gmail.com
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