17 Mag Perché mio figlio mi chiede se gli voglio bene?
"Perché mio figlio mi chiede sempre se gli voglio bene" è una delle questioni più comuni che affollano la mente di un genitore. Chiunque abbia un bambino sa cosa voglia dire quella domanda, quel "mi vuoi bene?" reiterato e supplichevole. Si tratta di una richiesta di conferme e rassicurazioni che non ha nulla di preoccupante, a meno che non lo si registri davvero troppo spesso.
Perché mio figlio mi chiede se gli voglio bene
A volte è una domanda espressa, altre volte una richiesta implicita che passa dal comportamento. Abbracci frequenti e baci, prima che manifestazioni di affetto, sono una domanda attiva di ricevere attenzioni. Anche la condivisione delle attività del genitore, come ad esempio l'imitazione o l'ingaggio in interessi e attività dell'adulto, è una forma di ricerca di consenso. I bambini, che hanno un intuito molto fine, sanno infatti che è più facile essere benvoluti e amati per somiglianza piuttosto che per differenza.
A volte, quando tutto questo non è sufficiente, verbalizzano la loro preoccupazione con quel “ma tu mi vuoi bene?”
⚠️ Se la domanda è frequente, però, alza le antenne e cerca di capire da dove nasca.
Ad esempio, può sorgere a seguito della nascita di un fratellino o di una sorellina, quando il bambino percepisce il bisogno di essere rassicurato circa l’effettiva sussistenza dell’amore per lui. Ma non è necessario che vi sia una causa così evidente. Talvolta i bambini si sentono responsabili del malessere del genitore. Pensano di esserne la causa e reagiscono alla percezione di un amore che vacilla magari sotto il peso di alcune "distrazioni" importanti per l'adulto. È il caso, ad esempio, di quando il genitore è coinvolto in problemi derivanti da un divorzio, da una separazione, da una malattia o dal lavoro.
In quella domanda c’è l’angoscia del bambino per il timore che il genitore non lo ami così com’è. Quindi, ecco ha bisogno di conferme affettive.
Come reagire di fronte a un figlio che chiede conferme
Solo tu puoi dargli quello che chiede ed è molto importante che tu lo faccia. Sei la sua figura di attaccamento: il modo in cui riceve cura e protezione da te condizionerà la forma delle sue future relazioni, la percezione che avrà di sé e il suo sistema emotivo.
➖ Rassicuralo. Ogni volta che domanda, conferma il tuo amore e trova il modo di dirglielo più spesso, anche senza che te lo chieda.
➖ Accetta di essere il punto riferimento. Non sgusciare via da questa responsabilità che è fondamentale per la sua crescita. Cerca anche di non titubare: di fronte a una richiesta d'affetto, elargisci con convinzione ed entusiasmo. In questo modo percepirà naturalezza e non si vergognerà di manifestarti ancora eventuali altre debolezze.
➖ Sii presente con un maggiore affetto e meno regali. Le emozioni più forti, quelle che si saldano all'individuo, nascono dalle esperienze e non dagli oggetti. Giocate e passate più tempo possibile insieme. Al di là di quello che dice, ricordati che tuo figlio ha bisogno delle tue attenzioni attive.
➖ Separa l'errore dalla persona. Quando tuo figlio si comporta in modo sbagliato o diversamente da come vorresti, quando non fa il “bravo”, si oppone o si arrabbia, continua a spiegargli la tua posizione e ciò che ti aspetti da lui, ma fallo confermando che gli vuoi bene. È importante che capisca che se ti delude un comportamento non significa affatto che tu sia deluso da lui. Focalizza sempre l'azione.
🟢 Un figlio ha bisogno di sapere che l’amore del genitore esiste e prescinde da qualsiasi cosa. Svincolalo dall’atteggiamento e dalle aspettative: tutto deve confermargli che gli vuoi bene sempre e per sempre, a prescinde da cosa combini.
❤️ L’amore, sopratutto quello dei genitori (o dei caregivers), è il nutrimento per eccellenza dell’autostima e il senso del sé. Sii consapevole del ruolo che giochi.
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