16 Apr Bugie nella coppia, quando funzionano?
Il peso delle bugie non è assoluto. A volte, quelle che i nonni tramandavano come "bugie bianche" hanno ancora tutto il senso di esistere. Sono quelle cose raccontate a metà, o omesse, per far piacere o non dispiacere il nostro interlocutore. Si differenziano dalle "bugie nere", vere e proprie menzogne, spesso machiavelliche, ideate per trarre spudoratamente un vantaggio.
Fin qui, la teoria generale. Ma in una coppia, che dovrebbe essere il luogo sacro dell'autenticità e della familiarità, ha senso legittimare segreti? O è meglio dirsi tutto?
Non mentire a te stesso
Per rispondere, occorre ammonire. Veramente pensavi che non saresti arrivato a questo punto? Nessuno che viva una relazione di lunga durata è immune da questo dilemma. Prima o poi, tutti ci dobbiamo chiedere se le “bugie bianche” a fin di bene servano.
Partiamo da un assunto. 📌 La relazione di coppia si fonda su due importanti pilastri: fiducia e sincerità. Il fatto che non siano ammessi segreti appare una logica conseguenza, ma è una visione piuttosto idealizzata e irrealistica.
E dunque, sii sincero, davvero condividi tutto?
Ad ogni bugia, il proprio limite
⚠️ In ogni relazione, e ancor più in quelle di coppia, è importante stabilire quali siano i valori da rispettare. Sono fondamenta sulle quali impegnarsi ad essere totalmente onesti. In generale, potrei suggerire: i sentimenti, le questioni legate al lavoro o al denaro. Ma ogni coppia ha i propri capisaldi che possono essere del tutto soggettivi. In ogni caso, mentire qui equivale a tradire la fiducia dell’altro.
Dove allora è possibile che esistono i segreti? Ancora di più: quando è proprio bene che ci siano?
🟢 Emozioni e pensieri che ancora tu non hai compreso, errori del passato, ex partner, fantasie sessuali possono essere esperienze per cui è ammesso mantenere una certa riservatezza. L'immaginazione non pesa come gli atti; spesso fa il proprio corso in un lasso di tempo brevissimo! Ricordi? Siamo un popolo di poeti, naviganti e sognatori. Un volo pindarico non è verità, tacerlo non è una bugia. Qualunque cosa ti passi per la testa, sarebbe utile lasciarla decantare. Non per sempre, ma giusto il tempo necessario per capire se ha senso, se ha valore e se possa avere futuro.
Soprattutto se già sappiamo di attraversare un campo minato, perché opinioni e punti di vista altrui ci sono ben noti, tacere temporaneamente è sintomo di maturità. Se poi dovessi arrivare alla conclusione che la tua posizione o esperienza debba essere affrontata, vai! Ma non rischiare se non ne vale la pena.
Discorso diverso in caso di litigio. Spesso, quando litighiamo, proviamo emozioni forti come rabbia, tristezza e ansia che ci fanno parlare “con la pancia”, con il rischio di ritrovarci profondamente pentiti per quello che abbiamo detto.
🔴 In questi casi, non essere del tutto sinceri può essere salvifico. Esprimere i giudizi e dire senza filtri tutto quello che pensi, infatti, rischierebbe di complicare ulteriormente il conflitto. Meglio evitare di deragliare verso la generalizzazione che, unita agli aneddoti ricordati con rancore, rappresenta un labirinto dal quale potrebbe essere difficile uscire.
✅ E dunque: sì alla verità, ma che sia detta con cognizione di causa, avendo presente l’interlocutore e mostrando attenzione al suo stato d’animo del momento.
Assolutamente no alla verità spiattellata per sollevarsi dai sensi di colpa. Interpretare la sincerità come uno scarico di responsabilità sull’altro, come fosse una patata bollente, è vile.
Spesso è il come e il quando scegliamo di condividere la verità che denota maturità e il grado di rispetto reciproco. Puoi mentire oggi per essere sincero domani perché ritieni sia meglio così. In definitiva, non hai detto nessuna bugia: hai, semplicemente o consapevolmente, considerato l'altro. Chapeau!
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